Fiorentina-Gualdo: 10 anni dall'impresa

Scritto da Leonardo Bossi. Postato in Storie

Ci sono date e momenti che restano impressi nella memoria di chi li vive.
Calcisticamente parlando, il 26 gennaio 2003 è un giorno memorabile per Gualdo Tadino e per il Gualdo.
Non vi ricordate cosa successe in quella fredda domenica invernale di dieci anni fa?
Ve lo diciamo noi, anzi ve lo scriviamo: Fiorentina-Gualdo 1-2.

Un risultato storico, una delle poche soddisfazioni di una stagione alquanto anonima e segnata dalla scomparsa del Presidentissimo.
Quel campionato il Gualdo la chiuse all'undicesimo posto, a quota 40 punti, due lunghezze sopra i playout.
La Fiorentina ripartiva dalla C2 dopo la disastrosa gestione Cecchi Gori, vinse quel torneo di C2 e successivamente venne ammessa in serie B per meriti sportivi e bacino d'utenza.

Raccolse 70 punti, perdendo solo 4 partite su 34, potendo contare su giocatori di categorie nettamente superiori come Di Livio, Maspero, Quagliarella e Riganò, che segnò 30 reti in 32 gare.

fiorentina-gualdo-1-2Ma il calcio, si sa, non è una scienza esatta, e proprio per questo il Gualdo vinse all'Artemio Franchi.
Davanti a 25 mila spettatori e a una Curva Fiesole strapiena, i biancorossi guidati da Agatino Cuttone ebbero la meglio sui viola, conquistando una vittoria dal valore inestimabile che andò ben oltre i semplici tre punti: vantaggio di Chisena, pareggio di Riganò e gol vittoria di Spagnolli.

Proprio Antonio Chisena, protagonista di diverse stagioni con la maglia del Gualdo, racconta con emozione quella partita: "Calcisticamente è stato il giorno più bello della mia carriera. Ricordo tutto alla perfezione come fosse oggi: il portiere della Fiorentina, Ivan, non prendeva gol da circa 780 minuti, e fui proprio io a segnargli per primo dopo quel lungo periodo di imbattibilità.

Quando arrivammo con il pullman, la sola vista dello stadio da fuori faceva tremare le gambe: era imponente. Poi la partita.
Ogni azione della Fiorentina era accompagnata da un brusio fortissimo del pubblico, così come un boato enorme seguì il gol di Riganò, quasi uno spostamento d'aria.

Anche se non dimenticherò mai il gelo dei 25 mila quando segnammo io e Spagnolli.
Un episodio in particolare mi è rimasto impresso: quando feci gol andai ad esultare verso la bandierina per fare il trenino.
I miei compagni di squadra più anziani vennero da me e mi dissero di alzarmi che ancora c'era tutta la partita davanti.

Fu una vittoria quasi insperata, perché nessuno ci dava una minima speranza, e invece fummo noi a gioire. A fine partita entrò negli spogliatoi il sindaco, Rolando Pinacoli, che ci disse che eravamo l'orgoglio della città intera. Quella fu una gratificazione che mi porterò dentro tutta la vita".

Sulla falsariga di Chisena pure Marco Campese, unico giocatore dell'attuale Gualdo che visse quelle emozioni da protagonista: "Come al solito mister Cuttone aveva preparato tutto alla perfezione. Sia i giocatori che i tifosi viola si aspettavano una domenica di festa, ma noi, sotto sotto, credevamo nella possibilità di fargli uno scherzetto. Quella vittoria fu il primo passo della straordinaria cavalcata che, l'anno dopo, ci portò sino alla finale playoff. Personalmente la reputo una delle più grandi soddisfazioni da quando sono a Gualdo."

Ricorda bene quel giorno anche Roberto Balducci, ex giocatore ed allenatore del Gualdo: "Il trenino di Chisena l'ho ancora davanti agli occhi anche io: Antonio rischiò il linciaggio.. da parte di noi compagni più esperti, che pensavamo fosse uno sfregio troppo grande.
Di quella partita mi torna alla mente l'erba del Franchi, pettinata come un ragazzino al primo appuntamento, e un primo tempo nel quale mi riusciva tutto, compreso un sombrero al novantesimo a un avversario, nella nostra metà campo, che quasi costò un infarto a Cuttone. E poi il triplice fischio: noi in campo ad esultare come pazzi e 25 mila persone sugli spalti a fischiare.
Tutta quella massa di gente, in quel momento, era dominata da un manipolo di uomini.
Poi, negli spogliatoi, il muso lungo di Giovanni Galli contrapposto all'inarrestabile esultanza di Rolando Pinacoli, che in quei momenti era più tifoso che sindaco. Momenti indelebili".

Questo è ciò che ci rimane di quel magico giorno di dieci anni fa.
Purtroppo solo ricordi, perché la realtà, ora come ora, è un'altra.
Ma anche i ricordi possono essere d'aiuto, ti fanno tornare per un attimo indietro e ti immergono in un mondo nel quale sembra tutto perfetto.

In conclusione, citiamo ancora Roberto Balducci, bravo con il pallone ma anche con le parole: "Chi ha giocato e chi gioca a calcio lo sa. Ci sono partite che ti nascono dentro già da quando sei nel pullman che ti porta allo stadio. Quand'è così non ce n'è per nessuno".

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