L'eredità di Gianluca

Scritto da Roberto Casaglia. Postato in Storie

 

Oggi avrebbe 48 anni e sicuramente sarebbe un luminare della medicina. 

Non facciamo fatica ad immaginarlo così, Gianluca Goracci, che un maledetto giorno d'estate del 2004 se lo è improvvisamente portato via.
Nei pochi anni in cui ha svolto la professione medica si era guadagnato una fama che aveva superato i confini regionali e una stima profonda da parte dei colleghi.
Sarà stato per il suo stile da bravo ragazzo, mai una parola fuori posto fin da bambino, amante dello studio ma tutt'altro che un “secchione” e per la sua innata disponibilità verso gli altri che dalla vita quotidiana aveva trasferito nell'ambito lavorativo, a renderlo in breve tempo un medico molto apprezzato anche per il rapporto umano che stabiliva con i suoi pazienti.

Ma la differenza la faceva il suo talento. Come nello sport, anche nelle professioni esistono i fuoriclasse e Gianluca era uno di questi. Solo il destino gli ha negato di diventare un “top player” della medicina

La sua è una storia che merita di essere raccontata.

Dopo essersi diplomato al liceo “Casimiri” con il massimo punteggio, si iscrive alla facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università di Perugia conseguendo, dopo un brillante corso di studi, la laurea con il massimo dei voti. Sempre a Perugia si specializza in chirurgia presso il Policlinico di Monteluce nell'equipe diretta dal professor Moggi.gianluca goracci 1

Durante gli studi viene premiato dal Rotary Club di Gualdo Tadino che gli conferisce una borsa di studio come migliore professionista emergente. Grazie a questo riconoscimento trascorre un periodo negli Stati Uniti dove vive una fondamentale esperienza professionale nelle cliniche più all'avanguardia. Successivamente in Svizzera approfondirà ulteriormente le proprie competenze.
Nel 2000 ritorna quindi nella sua Gualdo con un contratto a tempo determinato presso l'ospedale Calai. L'anno successivo accetta l'offerta della clinica “Villa dei Pini” di Civitanova Marche per rivestire l'incarico di medico-chirurgo a fianco del primario professor Cutini.

In questo periodo il dottor Goracci acquisisce un altissimo livello di specializzazione e partecipa, in qualità di relatore, a molti convegni di chirurgia specialistica in diverse parti del mondo.
Nonostante i successi professionali lo portino lontano, Gianluca non rinuncia a seguire i propri concittadini nell'ambulatorio di Gualdo Tadino, spesso senza chiedere alcun compenso. In alcuni casi presta la sua assistenza gratuitamente anche a domicilio. Gianluca è inoltre costantemente impegnato sotto il profilo sociale, dando il proprio sostegno anche a progetti di sviluppo in Africa.

Nel 2003 fa pubblicare un libro di poesie scritto dalla mamma Diambra mostrando, oltre ad un grande attaccamento alla famiglia, una viva passione per la cultura popolare della propria città. La copertina riporta il ritratto di sua madre, da egli stesso eseguito.
Il 17 agosto 2004, mentre sta facendo jogging, un malore spezza prematuramente la sua vita.

Marcello Paci, primario dell'ospedale Calai ai tempi in cui Gianluca aveva iniziato la propria attività professionale, pochi giorni dopo lo ricorderà così dalle pagine de “Il Serrasanta”:
“Su un tratto delle mura medioevali della città in prossimità di porta Todi, ho letto una scritta fresca di vernice. Essa gridava: “Gianluca, rimarrai sempre nel mio cuore”. La città è Foligno non Gualdo, e ho pensato che non poteva essere il nostro caro, scomparso la scorsa settimana.
Probabilmente era un amore perduto nella girandola delle notti estive, magari quel ragazzo abitava in una casa lì intorno, e quel grido era un appello accorato a ricominciare, o forse una minaccia, o un tenero ricordo in una sosta del cammino.
Sono passato più volte avanti a quelle mura e ogni volta ho riletto la scritta. Nella nebbia della memoria l'ho ricordato appena laureato nel mio studio, a chiedere consigli per la specializzazione, che poi finì nel nostro reparto, grazie ad una convenzione che stabilimmo con l'Università di Perugia. Quel suo modo gentile di muoversi e parlare, quel reclinare il capo nel sorriso, Io rendevano amabile come pochi altri. Ma ogni tanto un'inquietudine turbava i suoi occhi, come il ricordo di un antico dolore o il presentimento di qualcosa di nuovo che doveva accadere e che atterriva la mente. Una volta, con pudore, gli chiesi spiegazione, lui dette mostra di meraviglia, come di chi si sente scoperto, e lasciò cadere il discorso.
Lavorò da noi per un anno,con un contratto temporaneo che non si riuscì a trasformare in definitivo. Portò tanta energia nel reparto e caricò di entusiasmo tutti noi. Quando venne il momento di decidere se continuare con un nuovo contratto temporaneo o accettare altre proposte di lavoro, parlammo di nuovo a lungo, come tanti anni prima. Da allora non ci siamo rivisti più, e l'altro giorno al funerale c'era così tanta gente e le istituzioni e la musica, che è stato difficile sentirsi soli con lui, per parlarsi ancora. Però quella scritta sulle mura raccontava di un amore e l'amore non ha confini di spazio, di tempo, o di persone, e dunque attraverso quelle parole, io ho parlato un'ultima volta con il nostro Gianluca, e nei suoi occhi era scomparsa ogni traccia dell'antica inquietudine.”

gianluca goracci intitolazioneL'affetto dei suoi colleghi sarà sancito 16 ottobre 2004 con l'intitolazione a suo nome di un blocco operatorio della clinica “Villa dei Pini” di Civitanova Marche, alla presenza delle autorità, dei familiari e amici del giovane medico e dell'allora sindaco di Gualdo Tadino, Angelo Scassellati, che gli attribuirà nel 2006 il Premio Beato Angelo.
Dieci anni dopo la scomparsa il suo ricordo resta intatto anche grazie all'iniziativa di un gruppo di amici che ha creato il “Circuito della Salute Gianluca Goracci” al quale hanno aderito diverse manifestazioni sportive non agonistiche presenti in città.
L'eredità lasciata da Gianluca è l'esempio autentico di come mettere le proprie capacità al servizio della comunità, di come fare della propria professione una autentica missione al fine di tutelare il bene più prezioso di ogni essere umano: la salute.

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