Banca Popolare, riemerge un documento inedito

Scritto da Daniele Amoni. Postato in Storie

 

Grazie all'opera di Luigi Luzzati, il celebre giurista ed economista italiano che nel 1863 pubblicò l'opera “La diffusione del credito e le banche popolari”, a partire dai primi anni '70 dell'Ottocento si poté assistere in Italia alla massiccia diffusione delle banche popolari.
In Umbria nel 1885 furono costituiti tre simili istituti di credito: la Banca Popolare di Gubbio (luglio), la Banca Popolare di Gualdo Tadino (settembre) e la Banca Popolare di Perugia (ottobre).

La storia della banca gualdese è stata egregiamente approfondita nel 1986 dal professor Antonio Pieretti ed altri con l'opera “Dal Monte di Pietà alla Banca Popolare” il cui interno contiene un'analitica descrizione di eventi e personaggi che hanno fatto la storia centenaria dell'istituto.
anni30 banca popolare gualdo tadinoLa banca fu inaugurata domenica 20 settembre 1885 in occasione del 15° anniversario dell'Unione di Roma all'Italia. Molto interessante è la descrizione che ne fece il cronista Angelo Sergiacomi (1826-1890) sulle pagine de “La Provincia” del 23 settembre. E’ un documento per la prima volta conosciuto (almeno per noi) e lo ripropongo integralmente.
“Aprì la festa la Banda cittadina che grazie all'Egregio Maestro Romeo Cicci, può stare a paragone di quella d'altre città anche di maggiore importanza; fece il giro della città rallegrandola con scelte armonie seguita dai bravi ragazzi reduci delle patrie battaglie, sul cui petto brillavano le medaglie acquistate combattendo per la patria.
Fu colta l'occasione per inaugurare con ottimo pensiero l'apertura della Banca Popolare cooperativa, alla cui fondazione lavorarono con molta energia ed attività parecchi gualdesi aiutati dall'Egregio Direttore della Banca Nazionale di Perugia sig. cav. Pompeo Rizzi e da quello della Banca Popolare Pesarese signor cav. Carlo Raffaelli, i quali abbiano i più sentiti ringraziamenti per quanto fecero in nostro favore. Di questa banca è benemerito Direttore il signore Eugenio Guerrieri.
Nella sala comunale, addobbata per la circostanza, il signore Alessandro Sinibaldi con un magnifico discorso a stampa, dimostrò l'utilità della Banca ed altrettanto fecero i signori Giuseppe Molo, Emilio Banterle, Rinaldo Costantini, avvocato Mariano Cristalli e l'avvocato Eugenio Vecchiarelli, il quale ultimo si distinse improvvisando una magnifica poesia. Anche l'operaio Santarelli volle unirsi alla generale esultanza. Brillò il discorso dell'egregio amico Giulio Guerrieri, il quale dopo aver con parole vibrate e concise fatto risultare quanto è grande l'utilità di questa Banca, finì pregando l'onorevole Sindaco di far suonare a distesa il campanone municipale i cui rintocchi avrebbero ricordato una morte e un'agonia. La morte del papato e l'agonia dell'usura.
personale banca popolare gualdo tadino
Rispose agli oratori il signore cav. Raffaelli ed il suo discorso fu applauditissimo per i bei concetti manifestati e le generose parole rivolte a Gualdo. Combinatasi la tombola telegrafica di Perugia, Gualdo ebbe graditissima affluenza di forestieri che poterono sentire la nostra Banda Cittadina la quale ci regalò dopo la tombola parecchi pezzi concertati. Solo debbo notare che a togliere la grandissima noia dei lunghi intervalli, inevitabili nelle tombole telegrafiche, poteva la nostra musica rallegrarci un pochetto. Chiuse la festa l'illuminazione del palazzo comunale.Ma ogni festa in genere termina sempre con una produzione al teatro e così si era stabilito fare in Gualdo; ma a causa di alcune ripicche biasimevoli, la recita non ebbe più effetto. Chi era venuto sapendo che la sera del 20 settembre doveva esserci recita a teatro, ha tutto il diritto di lamentarsi della corbellatura. Ma io lontano da ogni partito, prendo le difese della società Filodrammatica, dichiarando che essa non è affatto responsabile dell'inconveniente. In ogni modo la modesta Gualdo mostrò anche una volta che progredisce sulla via della civiltà”.
Cinque mesi dopo (marzo 1885) già veniva stilato un breve resoconto dell'operatività della banca sulle pagine de “L'Unione Liberale”: “La banca popolare di Gualdo Tadino, chiamata da un insigne economista il modello delle banche popolari, in cinque mesi di esistenza ha fatto progressi veramente meravigliosi, ed ha acquistato un credito che sembra incredibile per una banca esordiente. Molto è dovuto allo zelo ed instancabilità di benemeriti cittadini, quali il Guerrieri, il Sergiacomi, il Ribacchi, il Depretis, il Molo ed altri; ma più di tutto al direttore della vostra banca nazionale cav. Pompeo Rizzi, che con grande impegno ne ha dapprima istigato la costituzione ed adesso ne procura e favorisce lo svolgimento (…)”.
libro pasquarelli banca gualdo tadino
Il 12 maggio 1935, la banca festeggiò il suo 50° anniversario con una grande cerimonia. Una folla strabocchevole si radunò fin dalla prima mattina in Piazza Garibaldi per la foto di rito sotto la supervisione del presidente Augusto Depretis, del vicepresidente Corrado Guerrieri e del direttore Giuseppe Guerrieri. Dopo un lauto rinfresco si formò un lungo corteo che percorse tutte le vie cittadine fino al Crocifisso.Passano altri 50 anni e nel 1985, credendo che le condizioni non fossero più favorevoli ad una competitività nazionale, si gettano le basi per la vendita, attraverso fusione o incorporazione, ad un altro istituto di credito, leggasi Banca Popolare dell'Etruria e del Lazio.
Quell'anno la Popolare gualdese finanziò la stampa del primo volume sulla storia sulla ceramica locale, mentre tutti gli azionisti furono convocati presso la discoteca Papillon per approvare la fusione.
Non tutti, comunque, erano d'accordo. E fra questi, si levò dal coro la voce di Gianni Pasquarelli che sull'argomento scrisse un “pepato” volume dal titolo “Addio Banca Gualdese” che nel sottotitolo riportava a mo' di sommario la frase: “Si è venduto un secolo di tradizione e di risparmi - Le quattro mosse della scalata - I giovani plagiati - L'incontro al Comune - Perchè Neocarbonari - L'altra soluzione - Conclusioni”.
Oltre ai benefici economici per gli azionisti, la Banca dell'Etruria finanziò la costruzione del Centro sociale per anziani e la coniazione di una medaglia ricordo.
Oggi, a distanza di quasi 25 anni, dopo una fase piuttosto difficile, Banca Etruria sembra riprendere slancio grazie alla trasformazione da società cooperativa in società per azioni.
L'istituto è guidato dal presidente Lorenzo Rosi e dal vice Pier Luigi Boschi (papà del ministro Maria Elena) e nel consiglio di amministrazione siede un gualdese doc, Carlo Catanossi, presidente di Grifo Latte, presidente del Consorzio agrario di Perugia e consigliere Bancassurance Popolari S.p.A.

 

 

 

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