Il Pallone

Scritto da Daniele Sborzacchi. Postato in Il viaggiatore

Io in lui ho visto l'arte. Forma ed essenza, musica e colore, penna e parola.
Ho visto tutto questo nelle sue movenze in campo.
Ho ammirato sfumature di classe pura nelle rotondità del pallone, accarezzato con dolcezza tra i piedi o tenuto sotto braccio come compagno fedele della vita.

 

Una gemma preziosa custodita gelosamente nei confini di un prato verde e rigoglioso, ma anche fermo, buono buono, sotto il letto che ha cullato tante aspirazioni di bambini in ogni angolo del mondo. Come se quella magica sfera di cuoio rappresentasse non solo il gioco del calcio, ma i tormenti e i sogni dell'esistenza.

maradonaGiorno dopo giorno ho notato in lui le pennellate sofferenti di Munch, la piacevole abbondanza di Botero, l'intensità emozionale di Van Gogh.
L'ho visto rotolare lento e veloce: al ritmo di una ballata dei Queen, delle sonorità psichedeliche dei Pink Floyd, del rock coinvolgente degli Stones.
E ho letto di lui nella fluida prosa di Galeano, nei lunghi ed articolati racconti di Brera, in ogni scritto quotidiano pronto a svelarne vizi e virtù.

Io il pallone l'ho vissuto e lo vivo ancora come un individuo in grado di parlare a folle entusiaste e popoli appassionati. Per me ha occhi, naso, bocca ed un gusto naturale nello scegliere da chi farsi coccolare e da chi doversi ben guardare.
Il pallone vive con me, vive con noi.
Fa colazione al bar, quando sulle bustine dello zucchero si materializza con i colori delle squadre che amiamo.
In pausa pranzo, quando ci accompagna sotto forma di aneddoto perenne, mangiando in fretta e in furia mentre i nostri orecchi vengono calamitati dalle chiacchiere della gente.
Per strada sui cartelloni pubblicitari, in salotto davanti alla tv, in macchina quando lo immaginiamo in celestiali traiettorie nei ritmici racconti radiofonici.
Il pallone è sempre presente.

Ha un cuore grande, molto più grande di tanta gente che lo disprezza o vede in lui solamente la deriva di mille problemi creati come forma di autocommiserazione.
E allora lui parla.
Sì.

Ci parla con parabole arcuate che vanno a baciare meravigliosamente l'incrocio dei pali, dando risposta a chi si chiede perché sia così tanto seguito e così incredibilmente adorato.
E allora guardatela ancora, la risposta.
È nella punizione di Maradona contro la Juve, in quella carezza mancina che ha battuto le leggi della gravità.
È nella serpentina ubriacante di George Best in piena area di rigore.
È nelle rovesciate perentorie di Rooney, Vialli, Djorkaeff e Ibrahimovic ma anche nelle parate spettacolari di Gordon Banks e nelle sgraziate respinte coi piedi di Garella.
È nei cucchiai impertinenti di Totti e Pirlo, tra le mani decise dell'arbitro ed in quelle laboriose dei raccattapalle.
È sempre con noi.
Il pallone ha tante risposte. Più di quante crediamo.

Continuerà a parlarci come per magia, a farci sorridere in silenzio mentre ci godiamo una sua nuova prodezza. Che, siamo sicuri, varrà più di tante parole.

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