Memorie Migranti nel mondo

Scritto da Roberto Casaglia. Postato in Storie

 

Dieci anni di Memorie Migranti. Il concorso nato per premiare  la migliore testimonianza video sul tema dell'emigrazione italiana all'estero tocca quest'anno cifra tonda.

Tutto partì da un progetto ideato da Catia Monacelli, direttore del Museo dell'Emigrazione “Pietro Conti” e  del Polo Museale Città di Gualdo Tadino, con lo scopo di favorire il recupero e la sensibilizzazione della memoria storica dell'emigrazione italiana nel mondo dalla fine dell'Ottocento ai nostri giorni, nonché sostenere un'attività di ricerca e di studio sugli aspetti storici, sociali ed economici legati all'esodo.

 Di strada, in questo decennio, le Memorie Migranti ne hanno fatta molta. Oggi è  il concorso video sul tema dell'emigrazione più importante a livello nazionale, tanto da beneficiare da molti anni dell'Alto Patronato del Presidente della Repubblica, il riconoscimento nel quale viene manifestato il consenso del Capo dello Stato alle finalità perseguite da iniziative ritenute particolarmente meritevoli.

Rai Italia, attraverso il programma Community, ha voluto celebrare questa ricorrenza dando particolare risalto alla manifestazione in due distinte puntate.

Così il concorso e lo stesso Museo dell'Emigrazione di Gualdo Tadino hanno goduto di  una vetrina straordinaria.

Community, infatti, è un programma dedicato agli italiani che vivono all'estero. Trasmesso da Rai Italia, il rotocalco ha un enorme bacino di potenziali utenti. Si pensi che gli emigrati iscritti all'Aire sono 4,3 milioni circa, mentre tra quelli non iscritti e quelli emigrati da più generazioni il numero sale a 80 milioni. Il programma va in onda tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, nella fascia del tardo pomeriggio (alle 17 o alle 18) a seconda dei diversi fusi orari. Condotto da Benedetta Rinaldi e registrato nello Studio 12 della Rai in via Teulada a Roma, il programma è di fatto un contenitore di diverse rubriche con tanti ospiti e filmati da quei Paesi dove la presenza di italiani è più forte.catia monacelli - piero angela

A Memorie Migranti, che si avvale della collaborazione di Rai Teche e dell'Istituto per la Storia Contemporanea dell'Umbria, legano inoltre il proprio nome due personalità del mondo del giornalismo: Piero Angela e Gian Antonio Stella.

Proprio il celebre conduttore di Quark e Superquark, oltre che di tanti altri programmi di divulgazione scientifica di grande successo, è stato ospite di Community insieme a Catia Monacelli.

Cosa significa l'emigrazione per Piero Angela?

“Sono molto sensibile a questo argomento. Sentire le storie raccontate dai protagonisti è sempre un valore aggiunto e Memorie Migranti ha questa peculiarità. L'emigrazione italiana, per anni oscurata anche negli studi storici, è tornato ad essere un tema di grande attualità, poiché diventa momento di riflessione e di confronto con le migrazioni che riguardano l'Italia ed il mondo oggi.”

Ha affrontato questa tematica nei suoi programmi?

Sì. In particolare ci siamo soffermati su Ellis Island, l'isolotto della baia di New York che per molto tempo è stato il punto di approdo nel Nuovo Mondo per milioni di emigranti. Un luogo commovente, che conserva tutt'ora tracce importanti di quell'epoca. Inoltre abbiamo parlato della storia degli italiani in America: abbiamo potuto constatare come la prima generazione di emigranti quasi voleva nascondere la propria provenienza, poi invece c'è stata, da parte delle successive, una riscoperta dei valori dell'italianità. Abbiamo infine parlato di un periodo dell'emigrazione italiana poco conosciuto, quale quella della prima parte dell'Ottocento. Garibaldi e Meucci (l'inventore del telefono, ndr), furono tra gli italiani che andarono a cercare fortuna in America.”

stellaGian Antonio Stella, l'altro testimonial di Memorie Migranti, è una firma tra le più prestigiose del Corriere della Sera ed è conosciuto al grande pubblico soprattutto per il suo libro-inchiesta “La Casta” scritto a quattro mani con il collega Sergio Rizzo. Stella si è però occupato anche di emigrazione.

Tra i suoi libri più famosi c'è “L'Orda”, in cui parla dell'avversità che per decenni accolse gli emigranti italiani all'estero. Quanto hanno sofferto i nostri connazionali?

“Agli immigrati italiani è stato spesso riservato un atteggiamento ostile e xenofobo. Vittime anch'essi, come i neri, dell'apartheid. Un concorso come Memorie Migranti è un'operazione culturale fondamentale per aiutarci a riflettere sull'emigrazione italiana dello scorso secolo e sulle “orde” di immigrati che arrivano oggi in Italia, suscitando ondate di xenofobia. I valori universali e trasversali come l'accoglienza, il confronto, la conoscenza non hanno connotazioni politiche. Per essere aperti al confronto occorre sicuramente conoscere la propria identità culturale, rinsaldare i legami con la terra che ci ha generati, esprimere buon senso e valori quali la coerenza”.

 

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