La città dell'Angelo

Scritto da Sergio Ponti. Postato in Luoghi

L'ultimo fine settimana di settembre Gualdo Tadino idealizza la magica atmosfera di una festa popolare dove la tradizione civica e la memoria cristiana si fondono per far rivivere un brano che simboleggia una straordinaria esperienza vissuta collettivamente.
E' la rappresentazione scenica metaforica del sacro e del profano che nello straordinario scenario della Piazza grande mostra un'opera d'arte intessuta di valori religiosi, politici, economici e ludici ereditati dal passato e tra loro intrecciati.

Una vera festa di popolo testimoniata dalla complessità dei riti e dei cerimoniali, dalle trame personali e collettive che sembrano inserirsi nella continuità della storia secolare e che esprime, anno dopo anno, edizione dopo edizione, il suo fascino assolutamente unico, come se fosse quella in onore del santo patrono.

Tre giorni speciali per celebrare i Giochi de le Porte forgiati sul modello dell'antico "Palio di San Michele Arcangelo", dedicato al principe delle milizie celesti, il cui culto è radicato nel territorio da quasi quindici secoli, quando la presenza longobarda ha scritto una ricca pagina di storia, che appare tuttora singolare e straordinaria.san michele arcangelo

Componenti multiformi, sociali, culturali, spettacolari e ludici fanno del settembre gualdese il contenitore speciale per la celebrazione della Festa grande, dove la comunità riscopre se stessa, la propria fede, le proprie radici storiche e, finalmente, il suo primo ed originale patrono San Michele, che tra gli angeli rifulge per la sua bellezza spirituale e che le sacre scritture definiscono Arcangelo, principe degli angeli, protettore del popolo eletto, angelo combattente, divino guerriero che si confronta con Satana, che lo abbatte e lo precipita nell'inferno.
E' l'arcangelo che esibisce come emblema lo scudo protettore, un'iconografia allegorica che segna per secoli il patronato su Gualdo Tadino, che è ricordato nell'Antico Testamento come capo supremo dell'esercito celeste che difende i deboli e i perseguitati e che nel nome ebraico, Mï - kâ - êl, vale a dire "chi (è) come Dio?" (Quis ut Deus?) lancia un vero e proprio grido di guerra contro chiunque aspiri ad essere uguale a Dio.

Il fascino dell'Angelo nella storia umana è tale da interessare poeti, artisti, filosofi e uomini di chiesa e di letteratura. Nella Bibbia la sua immagine racchiude la simbologia e la funzione di angelo guerriero per eccellenza e difensore della Chiesa di Cristo e, come tale, è rappresentato con la corazza d'oro che schiaccia sotto i suoi piedi il dragone (demonio), simbolo del male, che trafigge con la spada o con la lancia; è spesso rappresentato con una bilancia in mano per difendere le anime dei giusti dai demoni.

Gualdo Tadino vanta, quindi, una protezione di antica tradizione, plasmata sull'evento di una misteriosa apparizione di Michele sulla vetta di Colle Sant'Angelo a lui dedicato (ricordata tra le memorie dell'archivio della cattedrale di San Benedetto), che si origina con l'occupazione longobarda (a. 591), poi riconfermata e valorizzata con la fondazione del castello di Gualdo (a. 1237), quando la comunità si riafferma allo Spirito per un'esigenza di protezione.
Tale culto diviene cardine d'identità per la sapiente gestione delle memorie cittadine da parte dei monaci benedettini, che forniscono i materiali storici per l'esaltazione dell'Arcangelo, e dei francescani, che compongono un corpus di quattro narrazioni complesse di storia, di ricordi e di tradizioni, che divengono le fonti indispensabili per la ricostruzione del passato cittadino: Lezionario di San Facondino (una biografia del santo vescovo); Memorabilia de sanctis fratribus minoribus (breve martirologio francescano); Leggendario di San Francesco di Gualdo (una raccolta di santi); Cronaca di Gualdo, nota anche sotto il titolo Chronicon Gualdense oppure Historia Antiquae civitatis Tadini (una narrazione cronologica degli avvenimenti del territorio).
Su queste solide basi culturali Sant'Agnolo, simbolo e protettore spirituale, è raffigurato sullo stemma comunale con lo scudo e la spada, dal rassicurante significato di santo guerriero protettore della città a lui consacrata.

Città che in suo onore promuove le feste dell'8 maggio (Apparizione) e del 29 settembre (Dedicazione), per la cui valorizzazione la Chiesa locale chiede ed ottiene da papa Bonifacio IX, nell'anno 1393, la concessione di indulgenze e la remissione di peccati ai fedeli "che, pentiti e confessati, devotamente" visitano la cappella dedicata all'Arcangelo, nella Chiesa del monastero di San Benedetto "nel giorno della festa della Apparizione [....] nel mese di maggio, dai primi vespri fino ai secondi vespri dello stesso giorno": una concessione in onore al "potente e glorioso defensor civitatis", che naviga nel tempo della storia, in una dimensione legata alla ciclicità annuale, che unisce il mondo reale a quello dell'immateriale, del trascendente e del sacro.

stemmi san michele arcangelo

Potente e glorioso perché simbolo dell'unità culturale, etica e socio-politica cittadina, perché attraversa indenne il secolo dei Lumi, che considera la festa come una ricorrenza non motivata dall'utilità, gli eventi della Rivoluzione francese, che portano a vivere la festa non più come occasione ricca di potenzialità sacrali e aggreganti e la frantumazione delle secolari tradizioni religiose, in parte recuperate con la Restaurazione, che apre la strada ad ogni genere di nostalgia per un cristianesimo perduto.

Dal dopoguerra del secolo scorso, il patronato dell'Arcangelo perde la magia di un tempo e la ricorrenza è vissuta come occasione di svago e non come momento di unione e di coagulo.
Perfino la Chiesa contribuisce a sbiadirne il contorno con la riforma liturgica, anche se consente al Capitolo gualdese di venerarne il culto in modo speciale, perché San Michele è "considerato tradizionalmente patrono principale del territorio".

Gli amministratori locali, che non conoscono la storia e la struttura del Comune medievale, che nella festa del patrono celebra anzitutto se stesso e i suoi valori e che identificano nel Santo il garante dell'identità della città e del territorio ad essa afferente, negli anni '70 del Novecento subordinano nella scala gerarchica della santità cittadina San Michele al beato Angelo, nuovo intercessore.

Perdita di memoria, smarrimento della coscienza e della conoscenza?
Evidentemente dopo aver abbattuto e distrutto monasteri, conventi e teatri era necessario cancellare la massima espressione dell'identità e della memoria collettiva!
Misteri di una comunità che spesso risponde al "bisogno profondo" di attuare provvedimenti che producono patologie e sradicano la tradizione.
Ripensamenti? Ne dubitiamo!

In attesa di un dibattito problematico, godiamoci il fatto che la festa patronale perduta conduce alla riflessione su ciò che è stato, ma soprattutto su ciò che potrebbe essere la magica atmosfera di una festa patronale ritrovata, che nella sfida dei "Giochi de le Porte" recupera i motivi che rinnovano forme di coesione sociale, di valori morali e di ideali spirituali.

Condividi

cover categorie persone filippetti

Persone

Uomini e donne "made in Gualdo". Frammenti di vita, avventure, imprese.

cover categorie luoghi roccaflea

Luoghi

Ricordi, sensazioni e emozioni dei luoghi gualdesi; com'erano, come sono, come saranno.

cover categorie storie f1

Storie

Storie e racconti "made in Gualdo".

cover categorie imprese base-scout

Rubriche

Rubriche periodiche della redazione di "Made in Gualdo".

UA-182230-18