Umberto Sacerdote, tra passato e futuro

Scritto da Roberto Casaglia. Postato in Persone

 

Da Monte Mario si gode una veduta mozzafiato della Capitale. Qui passa il meridiano di Roma, qui avvenne l'uccisione nel 998 del patrizio romano Crescenzio da parte dell'imperatore Ottone III, da cui probabilmente il nome di mons Malus (monte Malo).
Ottone III è un imperatore entrato sciaguratamente anche nella storia della nostra città, avendo distrutto l'antica Tadinum due anni prima dei fatti di Monte Mario.

Sul rilievo più imponente di Roma sorge la quattrocentesca Villa Mellini, che custodisce il Museo Astronomico e Copernicano, il Telescopio e la Torre Solare: un gioiello di grande valore storico, culturale e scientifico.
Questo è l'Osservatorio Astronomico di Roma, attualmente sede della presidenza della direzione generale e scientifica dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf), il principale ente di ricerca italiano per lo studio dell'universo.
A dirigere questo patrimonio non solo italiano è Umberto Sacerdote, romano figlio di una gualdese doc.

Per il manager, Gualdo Tadino non è solo la città di provenienza della mamma, ma un luogo del cuore.
“Per una questione di ore non sono nato a Gualdo, ma lì ho vissuto tante estati. Ho respirato la sua aria, giocato da bambino nei vicoli, coltivato tante belle amicizie che tuttora fanno parte della mia vita. E per questo ho deciso recentemente di acquistare una casa alla quale sono particolarmente legato da motivi affettivi, così da poterci trascorrere più tempo, compatibilmente con gli impegni lavorativi.”

Quella di Umberto Sacerdote è una carriera di grandissimo spessore.umberto sacerdote 2
Autore di oltre 120 articoli, prefazioni e contributi a pubblicazioni tecniche e tecnico-scientifiche in materia di sicurezza negli ambienti di lavoro, di vita e domestici nonché di numerose pubblicazioni e di oltre 250 articoli su periodici e riviste in materie tecnico-scientifiche, è stato per otto anni direttore generale dell'Ispesl (Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro) ed è dirigente tecnologo del Cnr (Consiglio nazionale delle ricerche).
Sacerdote nel 2011, dopo aver vinto un concorso pubblico, è divenuto il primo direttore generale dell'Inaf, figura istituita con il nuovo statuto dell'ente.
Ci accoglie all'interno del suo ufficio dalle cui finestre è possibile distinguere tutti i principali monumenti di Roma.

Da dirigente del Cnr e da direttore generale dell'Inaf, come giudica lo stato di salute della ricerca in Italia?
Il nostro Paese investe meno della metà di tutti i suoi competitori in ricerca, circa l'1% del Pil. Occorre un radicale mutamento culturale che attribuisca alla ricerca il ruolo che le spetterebbe. L'Italia ha bisogno di ricerca scientifica produttiva e competitiva per uscire dal declino in cui l'attuale grave crisi economico-finanziaria la sta portando. Promuovere la ricerca non sempre richiede nuovi investimenti, a volte basta un uso intelligente di quelli disponibili. Un esempio è l'accesso alla letteratura scientifica, che è essenziale per una ricerca di qualità, oltre che per la formazione di professionisti capaci di aggiornarsi e innovare, come nel caso della sanità.

Il presidente dell'Inaf Giovanni Bignami sostiene che gli astronomi italiani sono i numeri uno al mondo in rapporto agli investimenti fatti dai vari Stati nel settore. E' d'accordo?
Assolutamente sì. L'impatto dell'astronomia italiana nel contesto internazionale può essere particolarmente apprezzato prendendo in considerazione un dato: il numero di autori italiani tra i duecento articoli più citati di ogni anno dal 2008 al 2010. L'Italia si posiziona al quarto posto nella classifica mondiale. E nel rapporto che misura la produzione scientifica astronomica di una nazione in relazione alla sua ricchezza l'Italia è sesta.
A testimonianza del grande valore degli scienziati dell'Inaf ci sono inoltre numerosi premi, sia nazionali che internazionali, che i nostri ricercatori ricevono e che gratificano il lavoro del gruppo che sta dietro al singolo riconoscimento.

inafQuali benefici ha avuto e potrà avere l'astrofisica nel vivere quotidiano?
L'astrofisica appare generalmente come una scienza astratta, direi romantica e quindi non ci si aspetta che possa avere un impatto diretto con la vita quotidiana. In realtà questo è un falso mito che va sfatato.
La moderna ricerca astrofisica richiede lo sviluppo di nuove tecnologie di frontiera, capaci di generare innovazioni che spesso hanno applicazioni di uso comune. Pochi infatti sanno, per esempio, che il Wi-Fi che oggi tutti i dispositivi portatili utilizzano per connettersi ad internet, è stato sviluppato dalla ricerca radio astronomica.
L'astrofisica italiana poi è una storia di successo. Dal 2010 ad oggi, come dicevamo, è costantemente tra il quarto e il quinto posto assoluto al mondo. Un risultato quasi incredibile, se si pensa a quanto limitati siano i mezzi che l'Italia, attraverso il Miur e l'Inaf, può mettere a disposizione: circa 100 milioni l'anno e circa 1600 persone, tra ricercatori, professori universitari, tecnici, ecc.

Qual è il ruolo dell'Italia in questo campo?
L'Italia gioca un ruolo di primo piano nella competizione internazionale. Siamo infatti Paese fondatore dei più grandi progetti mondiali che domineranno la scena dell'astrofisica mondiale di questo secolo. Penso infatti a progetti come EELT, SKA, CTA, nomi che oggi sono noti solo agli addetti ai lavori, ma che nel prossimo decennio diventeranno popolari per le scoperte che andranno a generare.
Il CTA, ad esempio, grazie a un centinaio di telescopi divisi in due siti osservativi, uno nell'emisfero nord e uno nell'emisfero sud, sarà in grado di osservare molti oggetti celesti contemporaneamente, oppure concentrare le sue capacità su uno solo.

Come vede il futuro degli osservatori in Italia?
Gli osservatori astronomici sono da quindici anni parte integrante dell'Inaf. Un esempio estremamente significativo che riveste un'imponenza oserei dire planetaria è il progetto europeo denominato Rosetta e realizzato, per quanto riguarda il nostro Paese, grazie alla sinergia e collaborazione tra i due Enti pubblici di ricerca italiani: Inaf e Asi (l'Agenzia Spaziale Italiana).
Dopo dieci anni di viaggio e più di sei miliardi e mezzo di chilometri macinati nello spazio, la sonda Rosetta del-l'Agenzia Spaziale Europea, raggiunta lo scorso agosto la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, ha compiuto il passo più ardito, qualcosa che mai prima d'ora era stato fatto: far posare un veicolo spaziale creato dall'uomo sulla superficie di una cometa. Sulla rivista Science sono stati recentemente pubblicati i primi rapporti scientifici. Che dire quindi: prevedo un futuro di altre grandi scoperte e di ulteriore orgoglio per il Paese.

In futuro ci sarà ancora un uomo nello spazio?
La spinta dell'uomo verso lo spazio è parte della sua natura più intima, quindi ci sarà sempre la proiezione ad avviare viaggi verso nuove mete. La più prossima nelle aspettative e nell'immaginario di questo secolo è certamente Marte, ma al momento è difficile sbilanciarsi in un pronostico su quando questo viaggio potrebbe avverarsi perché le risorse finanziarie necessarie richiedono la giusta congiuntura economica.panorama roma

Tornando sulla Terra, oggi Gualdo Tadino sta pagando più di altri territori il peso della crisi. Secondo la sua esperienza di manager pubblico, quali possono essere gli strumenti per risollevarla?
Credo che Gualdo debba fare leva per il futuro su due peculiarità che le sono proprie: la tradizione artistica e l'ambiente.
Vedrei bene la nascita di un istituto per lo studio della ceramica, sia per quanto riguarda il passato che per la varietà di impieghi. E inoltre una adeguata valorizzazione del territorio, che ha caratteristiche uniche e la cui bellezza non è seconda a nessuno, potrebbe incentivare il turismo, un settore che in passato non è stato sviluppato ma che potrebbe rappresentare un comparto economico essenziale per l'incremento della ricchezza locale.

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