Sandro Fioriti, Chef and the City

Scritto da Mario Anderlini. Postato in Persone

Sembrava che la trasgressione dovesse essere la sua regola di vita: giovanissimo si cimenta in una corsa internazionale con il Team Alfa Romeo; poi si lancia con il paracadute nelle vicinanze di Milano da 1600 metri, con... tanto di record; è chiamato – seppur con una parte minima - in un film di Vittorio De Sica (lui sotto falso nome, o nome d'arte, per non farsi scoprire dalla mamma).
Tutto questo cosa c'entra con Sandro cuoco di successo nel cuore della Grande Mela?

sandro fioriti 1

Mah, forse bisognerebbe partire proprio dalle origini, da quando nella sua Poggio Sant'Ercolano (dove è nato il 4 ottobre 1947), a soli sette anni vince un premio di cucina per i suoi biscotti alla nocciola (il premio – per non offendere le altre signore che vi parteciparono – venne assegnato alla nonna).

La prima volta che incontro Sandro è nel 2001, in occasione del gemellaggio Gualdo-West Pittston.
E' il suo cugino, paesano nonchè amico d'infanzia, Giancarlo De Canonico, che ci conduce al suo ristorante in Ninth Avenue e 22nd Street di New York. Bello possente (collochiamolo, tenendoci bassi, intorno ai 150 chili) si aggirava tra i clienti con giacca bianca e pantaloni bianchi a grossi pois rossi, quasi un clown.

Lui non si trincera in cucina.
Alterna i fornelli alla sala.
Non si accontenta di servire un piatto, lui dialoga con il cliente sulla qualità delle pietanze e sulla bontà riscontrata: insomma, una sorta di forum permanente!

 

Per Made in Gualdo lo incontro lo scorso 2 giugno nella sua ultima collocazione, al 306 East, 81st Street di Manhattan. E' l'ora di punta, i tavoli sono tutti occupati.
Ma è sempre così: non è raro vedere gente seduta fuori dal ristorante che aspetta il proprio turno.
Mi vede entrare (ci eravamo già visti in marzo) mentre lui è si aggira tra pentole e padelle, e mi fa un cenno come a dire: "Arrivo!"
Passano un paio di minuti (altri due per attraversare la sala e ascoltare i pareri dei clienti) e ci sediamo davanti la vecchio bancone del bar.
Come mai il successo non ti ha ancora fatto vestire i panni del "proprietario", di colui che raccoglie i frutti del lavoro degli altri? Insomma, potresti limitarti a fare il direttore di sala...
"Vedi, io a dieci anni ero già a lavare i bicchieri nel ristorante di mia nonna a Frascati. Il mio approccio con il ristorante è stato dalla parte di chi lavora, di chi produce".
A dieci anni...?
"Per punizione. Dal Poggio in trasferta dai nonni laziali. Non ero proprio un bambino tranquillo..."
Quando decidesti che il tuo futuro sarebbe stato negli States?
"Era il 1984. Era forte il desiderio di un mondo nuovo. Quale migliore occasione di quella degli Stati Uniti!"


E il successo di Sandro Fioriti lo si tocca con mano osservando le foto che lui, con giusto orgoglio, ostenta nelle pareti dell'ingresso del suo Sandro's Restaurant. E' ritratto con il presidente Clinton, con Bush, con i grandi personaggi dello sport, della musica, del teatro, dell'opera.
Insomma la cucina romana di Sandro cattura tutti e lui, con la sua compagna Anna, si muove con disinvoltura in mezzo a tutti. Ma la cosa magica è che tutti i clienti lo reclamano al proprio tavolo.
Ma è meglio chiedere a Sandro di illustrarci i personaggi che appaiono nelle foto.
Quindi mi indica Monsignor Casaroli, Giulio Andreotti, la "cara" (dice proprio così) Oriana Fallaci, Isabella Rossellini, Frank Sinatra, Bill Clinton, Roger Federer, Francesco Totti, Al Pacino. E tanti altri.sandro fioriti 2

"Beh, sai... – quasi a schermire il significato di tante importanti presenze – ...in 50 anni di carriera..."
Ma so che non è così. Il suo è un vero successo, quella umiltà che gli deriva dalle sue semplici e travagliate origini gualdesi. Il grande successo esplode il giorno in cui, per un suo piatto, finisce su 72 telegiornali di tutto il mondo.
Facci capire!
"Fu quella volta delle sigarette introvabili. In più il sindaco Bloomberg aveva decretato il divieto di fumo in tutti i ristoranti. Così mi venne in mente di creare un menù che, dagli antipasti al dessert, prevedesse tutto a base di tabacco. Fu una bomba. La notizia fece il giro del mondo attraverso la Reuters e così subii l'assalto di decine e decine di giornalisti di tante testate internazionali".
Tra i tanti Vip che hanno apprezzato la tua cucina, qual è quello che ricordi con maggiore affetto o orgoglio?
"Il personaggio di cui vado maggiormente fiero non ci crederai – è Sandro Pertini, il mio Presidente! Tuttavia un cliente molto difficile, con il quale, comunque, sapevo ben rapportarmi".
Ma lui ancora a minimizzare... "è il mio lavoro..."

I primi veri passi da sous chef del grande cuoco, Franco Carbonari, Sandro li muove al ristorante Cacciani di Frascati.
A 21 anni il primo vero premio: al prestigioso Circolo della Stampa di Milano dove è presente il meglio della cucina tradizionale italiana. E' incoronato per la migliore cucina dal decano dei critici gastronomici italiani, Vincenzo Buonassisi.
Il suo primo ristorante è il D'Arta-gnan, sui Castelli Romani, dove propone risotto con fragole, insalate con tulipani fritti, penne con salsa di vodka con pomodoro, pancetta affumicata e olio di oliva. Ma anche cacciagione, pasta fatta in casa e zuppe.
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Ma c'è anche l'avventura ai Caraibi, prima di New York.
"Fu davvero un'avventura. Il mio entusiasmo per un posto tanto amabile fu presto spento da un uragano che mi distrusse tutto. Evidentemente il mio destino doveva essere New York. Ora qui coltivo e mi godo il mio successo di ultrasessantenne con una clientela di levatura medio-alta che onora quotidianamente la mia cucina italiana, realizzata con ingredienti e vini strettamente italiani"
Sui tavoli vedo anche l'acqua Rocchetta.
"Costa più delle altre, ma è l'acqua della mia città e io non ci rinuncio".
Mentre stiamo parlando di altro, per esempio dei suoi sigari toscani – che gli porto ogni volta che sono a New York, perché in Usa non si trovano e che lui aromatizza alla sua maniera - si avvicina per salutarlo un signore italo-americano. Lo riconosco: "Salve Vincenzo!" Lui si gira verso di me, mi fissa un attimo e quindi focalizza. "Tu sei di Gualdo Tadino ...eri assessore con Pinacoli. Ora ricordo bene. Ti ho anche indirizzato per alcune interviste agli emigrati italiani per la tua televisione (Rete7, ndr)".
Vincenzo Marra era il segretario personale di Frank Stella, altro gualdese di successo negli Usa scomparso nel 2010 alla veneranda età di 91 anni. Era nato da genitori gualdesi a Detroit nel 1919. E' stato presidente degli industriali di Detroit e, soprattutto, presidente per lungo tempo della Niaf (National Italian American Foundation), grande serbatoio di voti e fondazione rispettatissima da ogni presidente degli Stati Uniti.

Il nostro incontro finisce davanti a un piatto di spaghetti, tra chiacchiere varie e mentre lui mi indica qualche cliente del ristorante: "Vedi quella signora? E' una cantante d'opera; quell'altro è il primario cardiologo del più importante ospedale pediatrico di New York; quello è uno dei più grandi manager per cantanti..."
Insomma, una bella storia quella del Nostro Sandro!

 

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