Umberto Brunetti: l'informazione senza segreti

Scritto da Edoardo Ridolfi. Postato in Persone

Quis custodiet ipsos custodes?
La locuzione latina tratta da una satira di Giovenale significa: "chi sorveglierà i sorveglianti?"
Umberto Brunetti nato nel 1931 a Gualdo Tadino, fonda a Milano nel 1973 insieme alla moglie Alessandra Ravetta, la prima rivista dedicata all'in-formazione e all'editoria: Prima Comunicazione.

Umberto Brunetti dà vita ad un giornale che parla dei giornali, è il primo in Italia e in Europa ad avere un'idea del genere.
Un visionario che, scrivendo e raccontando il mondo dell'informazione e della pubblicità, aiuta gli Italiani a vivere il proprio tempo, semplificando le dinamiche che stanno dietro la creazione del consenso e le strategie di vendita delle imprese.
Segue il sistema dell'informazione in tutte le sue espressioni, affiancando all'analisi dell'industria dei media - stampa, tv, radio, internet e pubblicità - una costante attenzione agli aspetti sociali, ideologici e di costume. I lettori di Prima sono gli opinion leaders e i professionisti dei diversi settori del mondo della comunicazione. Il mensile è letto riga per riga dall'ultimo praticante al più grosso editore con una tiratura di 15 mila copie.

RITRATTO D’AUTORE - Umbro di Gualdo Tadino, figlio di un maresciallo maggiore dell'esercito, un passato da insegnante di liceo, si trasferisce e lavora a Milano da oltre cinquanta anni. Appena finiti gli studi universitari a Firenze, si sottopone a un colloquio con il Corriere ma viene bocciato da Roberto Olivetti e Dino Buzzati perchè ritenuto "troppo maturo". Collabora con il settimanale romano "Rotosei" ma si scontra subito con il fascistissimo Raffaello Guzman. Decide quindi di tornare a Milano a occuparsi di pubblicità e pubbliche relazioni.

VISIONARIO - C'era qualcosa di caotico e perfetto prima che Umberto Brunetti e Alessandra Ravetta iniziassero a battere sulla loro Olivetti. L'editoria era una silenziosa regina che girava intorno a se stessa, come una Madre dell'universo che è stata spazzata via nel 1973 da uno scoppio galattico chiamato Prima Comunicazione. L'idea che lo spinge a pensare a un giornale del genere sta alla base del pensiero: "la comunicazione è una tecnica di potere.”
La storia di questo mensile nasce lungo via Cappuccio in due piccoli locali comunicanti. L'inventario era più che scarno: due macchine da scrivere e due lampade da tavolo portate da casa. In redazione erano in due: Umberto, direttore, redattore, correttore, impaginatore, titolista, addetto alla composizione, stampa e pubblicità; e Alessandra Ravetta, redattore, inviata, responsabile della cassa, della contabilità, degli abbonamenti, rapporti con i collaboratori, luce, gas. 

La loro vita era legata ad un filo doppio. Il 23 settembre 1973 si sposano a Orbetello, festeggiano sulla Feniglia.
L'acqua trasparente sciabordava appena, un mazzo di rose rosse sulla sabbia, una pizza toscana, un giornale appena nato. L'inizio di un'avventura.

umberto brunetti web made in gualdoPER ASPERA AD ASTRA - Il primo numero uscì in edicola tra il 2 e il 3 giugno 1973. La vignetta per il lancio raffigurava un diavolo che in tre fasi si trasformava in un vescovo.
Umberto Brunetti e Alessandra Ravetta, iniziarono il loro giro per Milano alle prime luci dell'alba ma delle locandine e dei giornali neanche l'ombra. Continuò così per i primi dieci numeri fin quando un edicolante gli spiegò che bisognava essere iscritti alla FIEG (Federazione Italiana Editori Giornali), altrimenti non si aveva alcun diritto né all'esposizione del giornale sul bancone dell'edicola, né alla esposizione delle locandine. Quest'ultime erano una faccenda complicata, in quanto bisogna avere degli ispettori della casa editrice che andassero in edicola ad appenderle.
Gli stessi che avevano il compito di controllare se il giornale era fuori, se era ben esposto, se era in posizione competitiva. Inoltre bisognava stampare dietro le locandine, un fitto reticolo di rigoni neri, altrimenti gli edicolanti tagliano le locandine e ne facevano dei fogli per appunti.
Lo shock fu anche più forte il giorno in cui gli amici lo informarono che Prima era “tutto esaurito”. Umberto decise di verificare di persona l'accaduto e col cuore in gola, andò dal suo edicolante di fiducia che alla richiesta del suo mensile, si inabissò sotto il bancone e riemerse con un pacco di copie ancora imballate. Si giustificò dicendo che vengono esposti solo i rotocalchi.
La rivincita si costruisce giorno dopo giorno. Gianni Agnelli affermò: “a leggerlo mi diverto sempre”. Trent'anni dopo, Prima Comunicazione non ha bisogno di locandine, le sue copertine esplosive spadroneggiano, il suo nome echeggia e occhieggia, divide et impera.

LA PRIMA E UNICA INTERVISTA DI BRUNETTI: DA MONTANELLI A BERLUSCONI - Umberto Brunetti rilascia una sola intervista in tutta la sua vita, nel 1999 a Stefano Lorenzetto per Panorama. Questo perché secondo lui “i giornalisti devono solo scrivere, non devono parlare. Già fanno danni scrivendo, figurarsi se si mettono a parlare”.

Nel corso dell'intervista esalta il rapporto lavorativo con la moglie, condirettore e attuale direttore responsabile. “Alessandra è molto più brava di me, specialmente nei contatti. Un giorno è rimasta mezz'ora al telefono con uno sconosciuto che aveva sbagliato numero e lo aveva quasi convinto a collaborare con noi. Non mi scorderò mai i primi sguardi di quando lavoravamo insieme, era come se dicesse ‘questo è pazzo, mi porterà alla rovina’, preoccupazione comprensibile visto che ci sposammo da lì a poco.”prima comunicazione

Inveisce contro Montanelli e lo addita come un "rompicojoni" in quanto secondo lui amava prendersela solo con chi non poteva nuocergli e rivela di essere stato l'unico ad aver scritto un pezzo contro di lui.
Particolare fu anche il rapporto con Silvio Berlusconi al quale dedicò ben quindici copertine.
Sempre a Lorenzetto racconta così di Berlusconi: “E' un uomo di grinta particolare, pesante. Quando andai nel suo ufficio a via Rovani per fargli un'intervista, batteva continuamente la sua mano a coltello sulla scrivania, rovinando la registrazione. A fine intervista suadente e cinguettante mi chiese:"quando me la dà?". Pochi giorni dopo, gli inviai l'anteprima dell'articolo e lui me lo rimandò tutto corretto, comprese le domande. Ovviamente io pubblicai l'originale. Quando mi telefona ha l'impudenza di dirmi: "Brunetti lei mi trascura".”
I rapporti col potere si inaspriscono quasi subito. “Nel 1975 il management della Rizzoli tentò di incastrarmi con un assegno di 10 milioni di lire, per risarcirmi sottobanco della pubblicità che Angelo Rizzoli, arrabbiato per una copertina, m’aveva tolto - racconta a Panorama - Lo rifiutai sdegnato. Poi venni a sapere che erano tutti al corrente del tranello, da Bruno Tassan Din in giù. Quella volta me lafecero davvero sporca. Ma in genere si accontentano di mandarmi in fumo ogni anno il 20 per cento del budget pubblicitario.”

GRAMELLINI E MAURO - Già nel 1999 indicava Massimo Gramellini come il miglior giornalista italiano, mentre Ezio Mauro, direttore di Repubblica, per Brunetti “è una macchinetta scassacazzi, però bravo.” Ma per lui i migliori direttori restano Paolo Mieli e Ferruccio De Bortoli.

445 COPERTINE – Quattrocento quarantacinque copertine dopo, Prima Comunicazione è ancora un appuntamento mensile irrinunciabile per chiunque si occupi di comunicazione a livello professionale; ma anche per chi più semplicemente voglia comprendere, il senso e l'evoluzione del settore industriale che orienta scelte, cultura e comportamenti delle persone.
Perché i mass media ci informano? Qual è il vero scopo?
Prima comunicazione va oltre la carta stampata, la analizza e la comprende.
È sintesi di saggezza, profondità di pensiero e una mutata visione del mondo editoriale.
Il sangue gualdese di Umberto Brunetti ha rivoluzionato il mondo del giornalismo, dando consapevolezza dell'informazione e democrazia nell'informazione.

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