Il livello di civiltà

Scritto da Manuel Codignoni. Postato in L'emigrato

Il livello di civiltà, di rispetto dei cittadini, lo misuri dalle piccole cose.
Dall'attenzione ai particolari.
E dagli investimenti sul Futuro, con la F maiuscola.

E sembra banale, ma non lo è. Spesso non è neanche questione di materialità, di un qualcosa di costruito fisicamente. Certo, sistemare la buca sotto casa, costruire il marciapiede o realizzare la bretella intorno al centro della città sono aspetti che contano, eccome.
Ma la civiltà io personalmente la misuro –ripeto- dall'attenzione ai particolari.
E dalla cura verso i giovani, verso il Futuro.

 

L'argomento che vado a trattare mi sta a cuore, ve lo dico subito, ma secondo me è universalmente sintomatico, è un termometro.
A Trento, dove vivo e lavoro da quattro anni, vicino a un supermercato c'è una casa grigia con due pareti dipinte. Uno dei murales rappresenta un uomo con in testa una chitarra, in verticale. Sotto c'è scritto Centro Musica – Comune di Trento – Centro Servizi Culturali Santa Chiara.

Entri, ti trovi davanti un bancone da reception con un tipo ogni volta diverso –ce ne sono 4-5 che si alternano- di solito intento ad accordar bassi, saldare cavi o cercare di sistemare chitarre sgangherate che hanno vissuto tempi migliori.
Giri l'angolo, c'è la macchinetta del caffè, prosegui ed entri in un corridoio tappezzato da manifesti 70x100 di concerti di qualche anno fa (vado a memoria: Goran Bregovic, Stadio, Irene Grandi, PFM, e tanti altri che non ricordo).
Lungo il corridoio ci sono 6 porte: Sala 1, Sala 2, Sala 3, Sala 4, Sala 5 e un'altra senza cartello. Non ve la tiro per le lunghe, vi ho già stufato.
Cos'è, il Centro Musica?

E' un'idea –secondo me meravigliosa- che il Comune di Trento ha avuto nel 2002.

Uno spazio musicale libero.

Ci sono cinque stanze completamente (quasi completamente, via...) insonorizzate, ciascuna con una batteria montata, due ampli per chitarra, uno per basso, mixer, impianto audio per le voci/altri strumenti, microfoni, cavi e così via. E' gestito dal Comune tramite il Centro Santa Chiara, che si occupa degli eventi culturali della città, e di fatto dà la possibilità a TUTTI di avere una sala prove.
E' aperto ogni giorno tranne la domenica, pomeriggio e sera, prenoti il giorno prima e vai.
E ha un costo irrisorio: se sei un gruppo di cinque persone, per suonare due ore spendi veramente una stupidata, a testa.
Senza contare che:
A) i vicini non escono imbufaliti al primo colpo di cassa della batteria minacciandoti brandendo un kalashnikov perché devono vedersi il Grande Fratello e non sentono la tv;
B) non perdi mezz'ora a montare tutto l'ambaradàn per suonare, che magari hai spostato finite le ultime prove per far posto alla macchina o alla motozappa di tuo nonno;
C) non corri il rischio di ritrovare il tuo prezioso amplificatore rosicchiato dal topolino ingordo che si è stabilito da anni in garage e quella sera era particolarmente affamato. Sempre che –ovvio ma non scontato- abbiate veramente uno spazio fisico dove provare... meno facile di quel che si pensi.

Al di là di questo, dell'aspetto tecnico-musicale (ed è qui che si torna al discorso iniziale), il Centro Musica ha creato un Movimento.
Chi scrive lo frequenta oramai da due anni e mezzo, e ogni volta è affascinato dal trovarvi quindicenni brufolosi chiacchierare con coetanei o con attempati sessantenni (dai radi, candidi capelli lunghi) di chitarre, suoni, di quel particolare tipo di pedale, di "quant'è tosto l'Heavy Metal" ma "I Deep Purple erano un'altra cosa" e così via.
Dalla musica agli argomenti più svariati, tra l'altro.
Trovi poi annunci di ogni sorta, band create e morte nello spazio di poche prove, amicizie e legami che si creano, rivalità ma anche solidarietà profonde tra gruppi e tutta una serie di annessi e connessi che chi suona capirà al volo.

Il punto è che, di fatto, è stato creato dal nulla un polo di aggregazione per i giovani che nel giro di poco tempo è diventato insostituibile.
Si dà una possibilità in più.
E che possibilità.

Non c'è bisogno che vi stia a raccontare quanto studiare musica, uno strumento, sia importante per la crescita personale di un giovane.
Quanto sia fondamentale per farsi una forma mentis sull'importanza del lavoro. E quanto sia importante –oltre che bello- condividere questo con altri ragazzi, amici, conoscenti, colleghi, quel che volete. La musica è divertimento, è magia, è sogno, è lavoro, e molto altro ancora.
Ma è soprattutto crescita, formazione, Futuro. In un'età, quella adolescenziale, spesso complicata. E a rischio.Dieci e lode a chi quassù ha capito che investire in questa casa vicino al supermercato è un investimento sui giovani, sulla civiltà, sul Futuro.

Perché vi racconto questa storia? Perché penso agli anni d'oro della scuola musicale di Gualdo Tadino.
Penso poi agli anni bui, nerissimi.
E penso al bell'inizio di quest'anno. Che è un segnale, forte.
E mi dico: che bello sarebbe se, a fianco a una scuola rinnovata, con un direttore tosto, giovane e in gambissima e insegnanti validi, il Comune potesse imbastire –in piccolo- anche uno spazio del genere. Gestito in maniera costante. Regolare. Magari anche economico.
E istituzionalizzato, nel tempo, con continuità.

Negli anni esperienze ci son state, Soprammuro, Clip Up... ma alla fine siam sempre lì. Che bello sarebbe!

Certo, qui (Trento) ci sono due cose fondamentali.
Una storia musicale forte, perché quassù sin dai tempi in cui c'erano ancora gli austriaci si studia musica, e parecchio, ed è rimasta ad esempio una consuetudine bandistica radicatissima (tutti, qui, suonano qualcosa!!!).
E i soldi: il Centro Musica è a tutti gli effetti una voce che non porta denari al comune, anzi probabilmente è in perdita, ma del resto il suo scopo non è quello di far cassa nel senso stretto, gli investimenti sul Futuro non debbono essere monetizzati, anzi. La civiltà non è in vendita, fino a prova contraria.

Alla prima voce noi di Gualdo non saremmo messi male.
Alla seconda, insomma...
Però sarebbe bello. E' bello sognare, immaginare. Ma anche –perché no- proporre.
Lo dico da musicante, per carità (che ha comunque, peraltro, sempre avuto la sua brava saletta prove, con annessi i punti A, B e C di cui sopra).

Ma, fidatevi, servirebbe.
Eccome.

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