Di conigli, cimiteri e politica
E’ una storia bizzarra, quella che vado a raccontarvi. Strana e a prima vista stupida. Ma a una lettura più attenta non lo è. Anzi. Anche se -ripeto- potrà sembrarvi una cavolata. Parliamo di conigli. Di conigli e di un cimitero, quello Monumentale di Trento [un bel posto, per inciso].
Chi vi scrive, che nel capoluogo trentino come saprete lavora da tempo, una mattina mentre beve il suo [meritato?] caffé al bar, viene fermato da un'arzilla signora. Arzilla e soprattutto vigorosa. Lei, che lavora in televisione -dice la vecchina con voce stentorea e marcato accento locale- deve parlare del problema dei conigli al cimitero.
Eh?, rispondo io mentre il caffè mi va quasi di traverso. Sì, prosegue lei, implacabile, i conigli al cimitero. Io ho perso nel giro di due settimane la mamma e il papà, e al danno si aggiunge la beffa: i fiori che porto tutti i giorni al cimitero se li mangiano immancabilmente i conigli. Fate qualcosa, implora, io e tante altre signore non ne possiamo più. E se ne va.
Una volta realizzato che la conversazione era avvenuta veramente, decido di verificare.
Chiamo il tipo che si occupa della gestione del cimitero, un signore molto simpatico che sembra uscito da un film: siciliano fino al midollo, nei modi e nella parlata, brizzolato, vestito estate e inverno come Marlon Brando ne "Il Padrino" e con un umorismo che puoi avere solo se hai lavorato per trent'anni al cimitero. Con mio sommo stupore, mi dice: ahia, lei tocca un tasto più che mai dolente.
Il dirigente, in pratica, conferma tutto.
Hanno costruito un nuovo quartiere a ridosso del fiume Adige, quello di Renzo Piano, e i conigli che prima stazionavano in quella zona trovano rifugio qui al cimitero. Arrivano di notte, quando nessuno li vede. E si mangiano tutto. Scavano le tombe, divorano fiori e piante e spaventano le signore. Non c'è giornata che almeno quattro-cinque vecchiette non vengano da me, imbufalite, a lamentarsi. Si spaventano, c'è il disagio di trovarsi la tomba rovinata e -non ultimo- devono ricomprare i fiori tutti i giorni e quindi son soldi che se ne vanno. Con la misera pensione che prendono...
Ma cosa si può fare, chiedo io oramai rapito dalla storia. Abbiamo messo in piedi una task force, fa lui serio. Comprende noi, il Comune, il servizio veterinario e altri soggetti. All'inizio pensavamo a metodi naturali, come mettere dei furetti a far pulizia. Sa, la selezione naturale [sic!]. Poi abbiamo pensato all'abbattimento, e gli animalisti ci sono saltati al collo. Ora si pensa a catturarli, mandarli fuori e isolare il cimitero dall'esterno. Ma -e qui mi fa l'occhiolino- è un piano che non sta in piedi. Primo perchè costerebbe un sacco di soldi sigillare tutto. E poi perchè fuori non li tieni. Puoi catturarli e sfrattarli, ma tanto si spostano. Saltano [ci mancherebbe!]. E poi sono tanti, vista la ben nota attività riproduttiva dell'animale in questione [sic!].
Oltre 200. Ci immagina col retino in mano ad acchiapparli, Uno per uno, per poi vederli dentro di nuovo dopo un giorno o due? Altro che Penelope...
La realtà, dice, a microfoni spenti, è che bisognerebbe prendersi la responsabilità di abbatterli. E magari -ride- farci una bella mangiata, perché no? Con le vecchine che vengono tutti i giorni. Sghignazza, poi torna serio. È l'unica soluzione, prosegue, così possiamo solo giocarci a rimpiattino. Lo sappiamo noi, lo sa il Comune, lo capiscono tutti. Ma nessuno vuole rendersi impopolare. Se li immagina i titoli sui giornali? "Strage di conigli al cimitero", magari con la foto di un coniglietto di quelle che girano su internet, Se li immagina gli ambientalisti? E allora tutto resterà come prima. Con le vecchine che verranno a lamentarsi da me. Finchè non cambierà l'ecosistema. In fondo -e qui mi dà di gomito- prima c'erano i piccioni. Ora i conigli. Sono più simpatici, almeno. O no?
Dopo la nostra chiacchierata, nella quale mi mostra alcune foto, mi fa: volete lo scoop? Vi ho detto che vengono di notte, ma a volte qualcuno resta dentro anche di giorno. Prima ho fatto un giro: oggi ce ne sono due, se siete svegli potete riprenderli. Oramai rapito, annuisco eccitato, fiutando l'odore della vittoria, quello che sa di napalm [o era il contrario?]. E dopo un'estenuante caccia, ne avvistiamo uno, grigio, lo becchiamo e lo riprendiamo mentre tra le lapidi s'ingozza di gerani e crisantemi. Top.
Ancora intontito dalla chiacchierata vado in Comune. L'assessore all'ambiente mi rimanda al dirigente, che dopo mezz'ora mi riceve. Mi conferma che sono in atto misure di isolamento esterno del cimitero dall'Adige.
Punta il dito contro i genitori che comprano gli animaletti ai bambini alle fiere e poi li abbandonano. Giura e spergiura che la soluzione allo studio è la migliore. Ma puntualmente con-ferma, incalzata a microfoni spenti, che comunque non servirà a nulla. Sa, mi dice riaccompa-gnandomi alla porta dell'ufficio, chi se la prende la responsabilità di un intervento radicale? Sarebbe l'unica possibilità. Ma lei non lo dica, per carità...
Faccio il pezzo, con il mio bel coniglietto in fuga in primo piano, da cui si capisce benissimo che la soluzione è quantomeno provvisoria.
Getto un sasso nello stagno. Raccolto da un consigliere comunale d'opposizione, che una set-timana dopo ci fa addirittura una interrogazione, citando il mio servizio.
Polverone ulteriore. Ma nulla cambia. Se non che viene ribadita la soluzione prospettata all'inizio, quella dell'isolamento. Tutti sanno che non fun-zionerà. Ma avanti così. Tanto, almeno per il mo-mento, la temibile lobby delle vecchine, quelle che ti aggrediscono a colpi di ombrello e borsetta, è placata.
....parafrasando una vecchia canzone di Stefano Rosso, quella dei tre amici, una chitarra e uno spi-nello: "...questa, amici miei, è una storia disonesta; puoi cambiarci i personaggi ma... quanta politica ci puoi trovar!" O no?