1904, nasce la Sport Appennino

Scritto da Daniele Amoni. Postato in Storie

 

Dopo la costituzione avvenuta l'11 aprile 1897 dell'Appennino Gualdese con la nomina di un presidente, Francesco Cajani, e di 14 consiglieri (”per completare il numero stabilito dallo statuto, altri sei ne dovrà nominare il Consiglio comunale nel proprio caso per la vigilanza che il Comune dovrà esercitare nella suddetta amministrazione”) nasce il 24 luglio 1904 la “Società Sport Appennino” chiamata anche semplicemente “Sport Appennino”.La notizia non viene degnamente descritta sui quotidiani provinciali e il comitato organizzatore, presie-duto da Remo Morroni, coadiuvato dal maestro Giuseppe Vetturini e da Sestilio Umberto Sergiacomi, se ne lamenta su “L'Unione Liberale”: 

 

“Come mai, domandavo a me stesso la nostra società Sport Appennino passò quasi insolutato ospite ai corrispondenti Gualdesi? Forse non ci siamo estrinsecati abbastanza tanto da fare conoscere la nuova istituzione? Io credo di no. Forse non è degna neanche di comparire magari in quarta pagina di un giornale? Ai lettori la non ardua sentenza e, lasciando altre inutili considerazioni, voglio, giacchè gli altri tacquero, parlare io, facendo una postuma auto reclame dell'associazione novella. Un nucleo di giovani pieni di slancio e di vigore si unirono in una minuscola società sportiva, formarono un apposito regolamento, elessero il presidente e gli altri membri per le cariche secondarie e stabilirono il distintivo consistente nel caratteristico berretto bianco con fascia verde, nastro bianco e verde all'occhiello e bandiera completamente verde con nastro bianco. Il numero dapprima abbastanza limitato si accrebbe di giorno in giorno, e gli elementi più svariati ne presero parte, tantochè si costituì un concertino scelto esclusivamente tra i soci, e per unanime consenso fu stabilito di fare una gita inaugurativa fino a Sigillo con una marcia di ben 28 km. che ebbe luogo una delle testè passate domeniche”.
Segue la precisa descrizione dell'escursione a Sigillo: “Erano le 3 e mezza di notte, e i primi squilli della tromba con le vibranti note della sveglia echeggiarono per le vie deserte e silenziose della addormentata nostra Gualdo: fu come il segno di allarme in un esercito immerso nel sonno, cominciò una repentina ed insolita animazione, un domandare, un accorrere per affrettare i tardivi tra i ripetuti appelli del presidente per prendere nota dei mancanti che si ridussero ad uno, ad uno solo leggermente malato. Tra l'universale meraviglia e dispiacere ad un tempo si notò l'aprirsi di varie finestre, lo sporgere del capo e l'insistenti domande di qualche ufficiale del 21° Reggimento stanziato a Gualdo in occasione dei tiri. Finalmente c'incamminammo alla meta prefissa; la polverosa via per la quale eravamo diretti agli ultimi bagliori della placida luna assumeva l'aspetto di un grande nastro bianco steso a noi dinnanzi in modi svariati e ineguali; e quà e là dopo una breve distesa pareva d'un tratto sparire tra gl'innumerevoli monti e colli che ci fiancheggiavano, per riapparire poi più bello e gradito e confondersi quasi giù... in basso con la verde pianura, bella... divinamente bella in tutto lo splendore della sua ubertosa vegetazione”. sport appennino gualdo 2

Dopo la fatidica colazione consumata sotto una quercia nei pressi di Purello, i nostri impavidi ragazzi proseguono la marcia verso Sigillo fino ad arrivare alla casa del sindaco Celestino Colini. Dopo aver issato la bandiera su una delle finestre del Municipio, tutti i baldi giovani si ritrovano al pranzo sociale consumato presso l'albergo Italo-Americano.
Racconta il cronista: “Al termine del pranzo fummo allietati da una gradita visita del cav. Colini accolto da un'ovazione generale tra il suono festoso della musica e per comune volere fu eletto padrino della società Sport Appennino battezzandola con delle bottiglie di vino santo da lui stesso offerte con gentilezza squisita, nè si volle dare termine alla gradita festa senza perpetuare il ricordo con una riuscitissima fotografia”.
La nascita di questa nuova società a carattere sportivo provoca subito una feroce polemica tra liberali e filoclericali, alimentata dai Salesiani i quali proibiscono a tutti i giovani che frequentano le scuole da loro dirette di “far parte della società” con la minaccia non troppo velata dell'espulsione.
Gli studenti, che avevano versato alla società le quote settimanali d'adesione, chiedono a questo punto la restituzione delle medesime.
In un'affollata assemblea del sodalizio viene stilato un ordine del giorno in cui si dichiara che ai giovani costretti a dimettersi per questa minaccia non verrà chiesta nessuna quota e saranno esonerati dal partecipare alle adunanze, ma “nello stesso tempo dovevano considerarsi come moralmente facenti parte della società, anzi con vincoli più forti legati alla medesima, lasciando in piena loro facoltà d'intervenire alle ricreazioni ed alle gite”.
Il clima politico comincia a surriscaldarsi quando un anonimo articolista sul quotidiano “L'Unione Liberale” riporta: “Sappiano però quei signori che unico scopo della società è l'istruzione e il diletto e l'articolo n. 2 del regolamento esclude «apertis verbis» qualsiasi scopo politico, dunque nessuna paura che l'associazione nostra sia cattolica o sovversiva; e se poi non siano di loro soddisfazione i componenti la società è infondato il loro timore, perchè la maggioranza è composta di giovani che hanno frequentato le loro scuole, quindi si deve ragionevolmente supporre che siano delle persone religiose e dabbene. A questi si aggiungano diversi membri del gruppo democratico cristiano ed avremo gli elementi dai quali è composta l'intera associazione”.
Il polemico redattore insinua nei lettori il dubbio che le ostilità dei Salesiani potrebbero derivare dal fatto che, andando in gita nei giorni di festa, i giovani non potrebbero frequentare la santa Messa e allora ribadisce: “Non malignate, anzi tranquillizzatevi perchè vi è una disposizione dell'assemblea generale dove si stabilisce che nel fare le gite in giorni festivi si faccia in modo tale da dare agio a tutti ascoltando la messa”.
Termina allora con un severo monito: “Desistano adunque quei Reverendi signori dalle severe ed inutili imposizioni e pensino seriamente ad eseguire il loro mandato, quale è quello di guidare le giovani intelligenze nella via della rettitudine e della scienza, giacchè è questo lo scopo per il quale furono a Gualdo chiamati e a questo fine vengono loro affidati dai genitori”.
Seppur nata tra le polemiche la nuova società sportiva raccoglierà una lunga serie di adesioni come testimonia la targa in maiolica apposta all'interno della chiesa di Serrasanta.
L'anno dopo, il 24 luglio 1905, cadendo il primo anniversario, si fanno grandi festeggiamenti a ricordo dell'evento, conditi sempre da una gita a piedi: in questo caso viene scelta la località di Fossato di Vico.
Alle prime luci dell'alba “con il caratteristico berretto bianco, dietro la bandiera verde, preceduti dal nostro concertino ci incamminammo per la via provinciale che conduce a Fossato meta prestabilita del nostro viaggio”. Qui il sindaco Alfonso Baffi che offre “un vermouth” mentre i gitanti consumano una modesta colazione. Alle 8,30 “sotto la poco gradita sferza del sole” l'allegra brigata fa ritorno a Gualdo per un banchetto ufficiale presso l'Albergo Ancona, dove è attesa da una bella sorpresa. Il poeta Giulio Guerrieri regala loro l'Inno dello Sport Appennino, tuttoggi cantato da qualche non più giovane amante della montagna:


In vetta de l'Umbro Appennino,
è l'aria freschissima e pura
non giunge del mondo piccino
lassù la viltà, la paura.
Profumi di timo e viole
fan l'alba del monte più caro:
sublime la vista del sole
che sorge - lontano - dal mare!
Su figli di Gualdo tornate
sul patrio Appennino a salir:
vigor sempre nuovo cercate
la buona novella a brandir!

A metà pomeriggio i convenuti si recano alla stazione dove i soci del Club Alpino di Perugia sarebbero passati con il treno delle 20,25 di ritorno dall'escursione al monte Cucco. Così, per aspettarli, si radunano verso le 19 nella trattoria di Pietro Sellani - nonno del compositore Renato - situata nei pressi della stazione. All'arrivo del treno esce dal convoglio il presidente prof. Giuseppe Bellucci che, al suono del concertino, stringe la mano a tutti i gualdesi nei pochi minuti a disposizione “con i compagni di programma, d'ideale e di fede”.
Nel dopoguerra anima dello Sport Appennino e della Società del Monte sarà don Angelo Paffi, uno dei sacerdoti gualdesi più amati, ancora oggi ricordato dai più attempati amanti della montagna.

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