I Misteri di Santo Marzio

Scritto da Edoardo Ridolfi. Postato in Luoghi

Gesù, Papa Giovanni Paolo II, Suor Lucia la veggente di Fatima, Leone X e Pietro Bembo.
Tutti legati da un filo comune: Gualdo Tadino.
Un manoscritto sepolto da 500 anni nei pressi dell'Eremo di Santo Marzio viene scoperto da Fra' Remondino, un povero frate torturato solo per aver ficcato il naso dove non avrebbe dovuto.
Perchè papa Leone X nel 1500 si lasciò scappare la frase "La storia insegna quanto ci abbia fruttato quella storiella su Cristo?"

E soprattutto perchè Suor Lucia dos Santos, la veggente di Fatima, in punto di morte invia un'ultima missiva in Vaticano? Un segreto che la Santa Sede aborrisce come innominabile e sacrilego.
Un mistero nascosto dietro a un vangelo apocrifo scritto da Ischirione dopo la morte di Gesù nel quale descrive gli ultimi istanti di vita del Maestro, tra la lucidità di un Dio e la follia di un uomo qualunque.

santo-marzioE' questo il thriller religioso ambientato a Gualdo Tadino scritto da Germano Dalcielo, trentatreenne autore di La Spezia che ha avuto successo col su ebook di cento pagine, pubblicato su Amazon a gennaio 2012 che è rimasto nei top 100 per quasi cinque mesi.
Grazie alla potenza dei social network siamo riusciti a contattarlo e lui molto gentilmente ci ha concesso un'intervista.

Quando e come nasce "il segreto di Gesù?"
Ho iniziato a scriverlo nel 2010 e l'ho finito a ottobre dello stesso anno, dopo circa sei mesi tra ricerche, approfondimenti e stesura.
Nasce da un'idea che mi ronzava per la testa dopo la lettura dei quattro Vangeli e dopo l'enorme successo de "Il codice da Vinci".
L'illazione che faccio nel romanzo mi sembrava una verità nascosta in bella vista, o per lo meno una deduzione plausibile sulla base di quello che avevo letto del Nuovo Testamento.
Attorno ad essa ho romanzato un plot che ha dato vita a questo romanzo breve, che mi ha procurato grosse soddisfazioni ma, ahimè, anche feroci critiche.

Perché hai scelto Gualdo Tadino e in particolar modo l'eremo di Santo Marzio?
Il giorno prima di iniziare la stesura del romanzo, navigavo su Google immagini e casualmente mi sono imbattuto in questa cittadina ripresa dal satellite di Google Maps.
Non so spiegarlo ma fu come un colpo di fulmine.
Vi capita mai di esclamare "eccolo qui, è perfetto!".
Questa fu la mia reazione.
Arroccato su una collina, intimo, suggestivo: aveva tutte le caratteristiche per essere lo sfondo delle peripezie del mio protagonista frate.

Quindi la sfumatura tetra che hai dato a Gualdo è la conseguenza di un racconto che a tratti ha tinte molto forti e quasi mistiche?
Certo che sì, la scelta di Gualdo Tadino è solo funzionale alla trama, non mi permetterei mai di etichettare o categorizzare una cittadina che non ho nemmeno mai avuto il piacere di visitare.
Prometto che prima o poi verrò a visitarla, lo giuro!

Chi è stato il primo lettore del romanzo?
Mia sorella Angela.
E' stata sicuramente di parte ma non si è lasciata sfuggire una frecciatina: "doveva essere più lungo".
In realtà, la risposta alla sua critica è semplice: nel 2010 non esisteva il mercato digitale in Italia, quindi la possibilità di auto-pubblicarsi e arrivare a una grossa casa editrice con un racconto voluminoso era una specie di chimera.
Conferma ne è il fatto che la versione online ha avuto più successo di quella cartacea.

Quando hai iniziato a scrivere in maniera professionale? Quando sono arrivati i primi risultati positivi?
Ho iniziato in maniera "convinta" nel 2008, stavo uscendo da una brutta situazione di dipendenza dal gioco d'azzardo.
Da lì è nato "Il gene dell'azzardo", pubblicato nell'ottobre 2008 da "zeroundiciundici Edizioni" ed è uscito nuovamente quattro mesi fa presso Edizioni Leucotea di Sanremo col titolo "Il giocatore".
E' un romanzo autobiografico che mi è servito per mettere nero su bianco quello che mi era successo, prenderne le distanze e provare a trarne un insegnamento, un riscatto.

Quando nasce veramente la passione per la scrittura?
A tredici anni avevo divorato una decina di gialli di Agatha Christie, così partecipai a un concorso scolastico che assegnava una borsa di studio per iscriversi alle superiori.
Scrissi un racconto giallo sulla stessa stregua dei romanzi della Regina e arrivai terzo. Ho ripreso la penna in mano solo nel 2008, a distanza di ben quindici anni da quel racconto giallo.

Ultimo flash: stai sviluppando qualche progetto?
Si, sto lavorando a un thriller con serial killer femminile ma richiederà del tempo, devo documentarmi dal punto di vista medico-legale.

La critica – Se siete amanti dei romanzi di Dan Brown e dei thriller del filone storico-religioso, le cento pagine di questo racconto vi voleranno via in appena due ore.

Le descrizioni annullano la realtà del lettore e lo trascinano nelle vicende di Fra' Remondino sullo sfondo di una Gualdo tetra e grigia.
La storia è ben sviluppata, le fonti storiche sono usate in maniera ottimale e gli intrecci tra i vari personaggi dell'epoca quali Papa Leone X e Pietro Bembo sono molto stimolanti.
L'epilogo è demitizzante e provocatorio obbligando il lettore alla riflessione e al ribaltamento delle sue certezze in quanto la vita e la fine di Gesù Cristo descritte dall'autore sono in grado di sovvertire l'intera dottrina cristologica cattolica.

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