Un incidente regale

Scritto da Sergio Ponti. Postato in Storie

C'è grande attesa in tutto il Paese per la seconda edizione della Coppa della Mille Miglia del 1928 che gli organizzatori intendono confermare come palcoscenico importante per le case automobilistiche italiane . 

Al debutto trionfale della corsa, disputata il 26-27 marzo dell'anno precedente, 77 vetture si erano date battaglia tra due ali quasi ininterrotte di folla entusiasta, al pari di migliaia di sportivi che con commovente passione avevano reso possibile un miracolo di organizzazione, poi bissato dai risultati tecnici della competizione e dall'avvincente combattività dei concorrenti.

Benito Mussolini, intuendo l'importanza che avrebbe rappresentato per l'Italia lo straordinario strumento di propaganda della Mille Miglia, consegnava al Segretario del Partito Nazionale Fascista, Turati, un foglio per gli organizzatori con due parole lapidarie: «Si ripeta!»
L'edizione del 1928, poi vinta dall'innovativa Alfa Romeo 6c 1500 SS di Giuseppe Campari, si preannuncia straordinaria, anche per la presenza del Duce.

LA PROVA DEL CIRCUITO - Tanti sono gli aspiranti piloti che nei giorni precedenti animano il percorso segnalato da vistosi cartelli: per curiosità, per pura passione, ma anche per emulazione del duo Minoia-Morandi che l'anno precedente si era aggiudicato la gara.
Tra questi c’è un giovane rampollo della monarchia europea: il principe Paolo di Grecia e di Danimarca, figlio di Costantino I e di Sofia di Prussia.
Nato il 14 dicembre 1901, dal 1917 al 1920 vive in esilio con i genitori, prima in Svizzera e poi in Italia; morto il padre in Sicilia, dal 1923 risiede in Toscana in attesa che la situazione greca si definisca positivamente per la sua famiglia.
Abita a Firenze in un palazzo signorile situato in una delle zone più esclusive della città. Il Principe, coltissimo, intelligente, sensibile, appassionato di musica e filosofia, è l'erede di un trono traballante.
incrocio osteria del gatto bisE' anche proprietario di un'automobile sportiva targata 805 FI che, in base al nuovo codice della strada riformato l'anno precedente, è una delle prime a sostituire il codice numerico 25 che ha contraddistinto la Provincia.
Con questa vettura, il 26 marzo dal capoluogo toscano raggiunge Roma in serata, accompagnato dal suo cameriere personale Giovanni Beinoglu. Sua Altezza Reale il giorno successivo risale lungo il tracciato della Mille Miglia attraversando le città di Terni, Spoleto, Perugia, forse con destinazione Brescia.
A Gubbio consuma un frugale pasto prima di dirigersi verso Fossato di Vico sotto una pioggia torrenziale.
Rovesci d’acqua, accompagnati da impetuose raffiche di vento, imperversano lungo tutta la fascia dell'Appennino Umbro-Marchigiano. Da Gualdo Tadino a Scheggia è una di quelle giornate che dal punto di vista meteorologico fanno storia.

ENTRA IN SCENA BRASCUGLI - Mentre il Principe si avvia in direzione di Fossato di Vico, a Sigillo un'automobile adibita a servizio pubblico di piazza è parcheggiata davanti al municipio con il motore acceso. E’ di proprietà di Angelo Brascugli.
L'auto, targata 269 PU, tenuta in perfetto ordine, è condotta dal Brascugli stesso che da qualche giorno si è riservato di accompagnare a Gualdo Tadino, per affari di una certa importanza, il cavaliere ufficiale Luigi Agostinelli, podestà del Comune di Sigillo, figura carismatica, costruttore, (l'impresa Fratelli Agostinelli realizza la parte italiana della galleria del Sempione, a fine ‘800 la più lunga d'Europa), e dal 1917 proprietario del castello di Torre dei Calzolari.
Insieme a lui anche il segretario comunale Luigi Bartoletti , l'appaltatore Giuseppe Menghini e il possidente Ar-cindo Prosciutti, tutti residenti a Sigillo.

“CON ME STATE AL SICURO” - La partenza è anticipata alle 14,45 a causa delle avverse condizioni del tempo. La pericolosità della strada, resa viscida dalla pioggia, dalle folate di vento di tramontana, che spingono con forza la pioggia contro i finestrini della vettura, e dalla scarsa visibilità mettono a dura prova il Brascugli che, comunque, rassicura i passeggeri sulla sua esperienza di pilota accumulata in una decina di anni di guida.
Superato a passo d'uomo il tortuoso tratto della Flaminia che passa all'interno dell'abitato di Purello, con gli occupanti che non denotano una gran voglia di parlare, dopo circa mezz'ora di viaggio la vettura giunge a Osteria del Gatto.
Sono le 15,10 e il Brascugli, conoscendo il percorso come le sue tasche, rallenta la corsa prima di giungere al crocevia, segnalato da visibili cartelli indicatori come zona pericolosa.

IL PRINCIPE NELLA BUFERA - Nel contempo anche il giovane principe è alle prese con quella violenta perturbazione atmosferica, che rallenta perfino il procedere dell'automobile. Marcia, comunque, con buona andatura, rammaricandosi di non poter ammirare i caratteristici borghi arroccati sulle colline e il pittoresco paesaggio dominato dalle montagne che coronano questa bella parte dell'Umbria. Ad un tratto, mentre la velocità è piuttosto sostenuta, si avvede del cartello stradale indicante “Osteria del Gatto”. Uno sguardo d'intesa con il suo cameriere e la soddisfazione di attraversare finalmente un centro abitato. Riduce di poco l'andatura, ma non di molto perché non sa di essere in prossimità dell'incrocio con la Flaminia.

IL RENDEZ-VOUS - A Osteria del Gatto, intanto, sopraggiunge la vettura proveniente da Sigillo che rallenta notevolmente la velocità fino a 15 chilometri orari. Ma, non appena prova a oltrepassare il crocevia, l'automobile condotta da Paolo di Grecia, “con velocità vertiginosa, la raggiungeva fracassandola spaventosamente, capovolgendola, dopo di averla spinta per oltre 12 metri dal punto di investimento”.
Sotto il diluvio, gli occupanti della vettura rovesciata sono prontamente soccorsi; il dottor Bartoletti, che accusa forti dolori “in tutta la persona”, viene provvisoriamente ospitato in una casa vicina, poi, stretto dalle necessità, prosegue il viaggio sino a Gualdo Tadino con Duilio Bensi, che effettua il servizio pubblico di piazza a Fossato di Vico, non prima di aver raggiunto un accordo con il Principe Paolo che avrebbe indennizzato il Brascugli dei danni subiti. firma principe

LA FIRMA REGALE - Il concordato avviene con l'as-sistenza dei testimoni Antonio Baffi, podestà di Fossato di Vico, e di Feliciano Staffaroni e sottoscritto dalle parti su due singoli fogli di carta compilati da un'unica mano, probabilmente dallo stesso Staffaroni.
Grazie all'autorevole condotta del Baffi, i pochi abitanti di Osteria collaborano a rimettere in sesto l'automobile del Brascugli e a portarla sotto una capanna. Quella del Principe, dopo ore di lavoro, è risistemata alla meno peggio dal fabbro ferraio della zona, consentendogli così di riprendere la strada pur con vistose ammaccature alla carrozzeria. Il rivestimento esterno del veicolo, infatti, presenta una riparazione tipica di chi, invece di lavorare in una carrozzeria, aggiusta carri, aratri e vomeri. 

UN GIORNO IN PRETURA - La denuncia dell’incidente, raccolta dal Maresciallo d'Alloggio Capo a piedi comandante la stazione dei Carabinieri di Sigillo, Domenico Luciani, è inviata al Pretore di Gualdo Tadino il 31 marzo 1928. Il maresciallo, piuttosto incerto sulle generalità del proprietario del mezzo investitore “che dicesi essere di proprietà di SAR (Sua Altezza Reale, ndr) il Principe Paulo di Grecia”, invita il pretore a rivolgersi per maggiori ed eventuali chiarimenti al comando dell'Arma di Fossato di Vico . La ricostruzione dello stesso, datata 28 marzo, è redatta dal comandante brigadiere a piedi Giuseppe Lazzari. Il 3 aprile successivo il Comune di Firenze dichiara sconosciuto l'erede al trono di Grecia, non risultando censito.

IL PRINCIPE PAGA - Trascorrono, però, pochi giorni e il Principe, conosciuto come un vero galantuomo, invia un vaglia postale di 103 lire per la copertura dei danni materiali e delle spese giudiziarie. Atto che induce il Bartoletti a presentare al pretore Biagio Incoronato, il 14 aprile, una dichiarazione di “remissione di querela”, poi non notificata al domicilio di Firenze, perché nel frattempo il Principe ha raggiunto Parigi.
E' da presumere che il corso della giustizia, comunque, proceda ugualmente contro l'investitore: infatti il 21 dicembre 1928 il questore di Firenze comunica alla Pretura di Gualdo Tadino che “SAR il Principe Paolo di Grecia è figlio del fu Re Costantino e dall'ex regina Sofia di Grecia”, in realtà Principessa Sofia di Prussia.

incoronazioneDA PRINCIPE A RE - Paolo, terzogenito, sette anni dopo rientra in Grecia, in seguito alla restaurazione della monarchia, come erede al trono di suo fratello Giorgio II.
Il 9 gennaio 1938 sposa ad Atene la principessa Federica di Hannover.
Durante gran parte della Seconda Guerra Mondiale, quando la Grecia è sotto l'occupazione nazista, il principe Paolo è nuovamente in esilio, con il fratello Giorgio e con il governo greco. Ritornato in patria, nel 1947 sale al trono succedendo al fratello maggiore durante la guerra civile.
Dal matrimonio di Paolo e Federica nascono tre figli: Sofia (1938), oggi consorte di re Juan Carlos I di Spagna, Costantino (1940) e Irene (1942).
Negli anni Cinquanta la Grecia ritrova una certa stabilità economica e le relazioni diplomatiche all'estero sono sostenute dalle continue visite ufficiali compiute da Paolo presso altri Stati.
Muore il 6 marzo 1964 lasciando il trono a suo figlio Costantino II.

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